La lavorazione del terreno provoca l’esaurimento della materia organica del suolo nei terreni agricoli rispetto ai terreni sotto la vegetazione naturale. La ragione principale di questa perdita è l’aumento del tasso di decomposizione della sostanza organica del suolo. Con la lavorazione profonda, infatti, vengono rimossi i residui vegetali dalle superfici del suolo a discapito degli organismi del suolo. Di conseguenza, la struttura del suolo e la stabilità degli aggregati si indeboliscono nel tempo, aumentando il rischio e l’effettiva erosione del suolo. Questo processo di perdita porta a una diminuzione della capacità di ritenzione idrica del suolo, del contenuto di nutrienti, dell’infiltrazione delle precipitazioni e porta ad un maggiore compattamento del suolo e alla perdita di biodiversità del suolo.
L’ Agricoltura Blu consente il sequestro del carbonio nel suolo mediante l’adozione delle Buone Pratiche Agronomiche che comportano la riduzione delle emissioni di gas serra e l’adattamento ai cambiamenti climatici.
L’ Agricoltura Blu in Italia
L’ adozione dell’ Agricoltura Blu e quindi dell’ Agricoltura Conservativa è in grado di migliorare la salute del suolo e le funzioni degli ecosistemi. E’ fondata sul minimo disturbo meccanico del suolo, copertura permanente del suolo anche mediante l’utilizzo di cover crops, rotazioni colturali.
- Ridurre le lavorazioni del suolo senza invertire mai gli strati, favorisce l’incorporazione della sostanza organica, migliorandone qualità, quantità e distribuzione lungo il profilo del suolo. L’assenza di disturbo meccanico permette, infatti, di aumentare la fertilità del suolo, la sua naturale porosità e la capacità d’infiltrazione e filtrazione dell’acqua.
- Mediante l’utilizzo delle cove crops e delle stoppie si preserva il suolo dagli agenti atmosferici e dall’erosione, incrementando anche la disponibilità dei nutrienti e la diffusione di infestanti.
L’adozione delle rotazioni colturali è contemplata in numerosi sistemi di agricoltura sostenibile in quanto apporta benefici per la nutrizione delle colture e per l’attivazione di meccanismi di resistenza ad agenti biotici.
In Italia la Misura 10, Pagamenti agro-climatico-ambientali (Art. 28, Reg. 1305/2013) è finalizzata a promuovere fra gli agricoltori e i gestori del territorio le buone pratiche agricole utili a ridurre la pressione esercitata sulle risorse naturali e sul clima. Nello specifico l’inziativa intende incoraggiare gli operatori del settore ad offrire un servizio ambientale a vantaggio dell’intera società e con il miglioramento dell’ambiente del paesaggio e delle sue caratteristiche naturali (Marandola; 2017).
È una misura talmente strategica che i regolamenti comunitari ne prescrivono l’inserimento obbligatorio nei programmi di sviluppo rurale. Per questa ragione la 10 è una delle misure con la più ampia copertura geografica ed è inoltre una delle misure con maggiore dotazione finanziaria. La sottomisura 10.1 raccoglie diverse tipologie di operazioni che variano di PSR in PSR a seconda dei contesti pedo-climatici e geografici volte a favorire un uso più accorto o una riduzione degli impatti su risorse naturali come biodiversità, habitat, acqua e suolo. Nonostante ciò, recentemente 15 Regioni Italiane hanno attivato questa misura. I beneficiari, al momento, ricevono un pagamento che varia tra gli 84 ed i 600 euro/ha (“Agricoltura Blu. La via italiana dell’ Agricoltura Conservativa”, M.Pisante; 2018).