di Michele Pisante
Un anniversario in agricoltura non richiede celebrazioni ma impegno e riflessioni per contribuire a rinnovare la capacità di sperare, verbo che per definizione si proietta verso il futuro, per assicurare un equo e costante profitto economico agli imprenditori agricoli e convinta fiducia nel ricambio generazionale, oltre che preservare le risorse naturali e ambientali, ricevere quel mancato riconoscimento da parte della società per le molteplici funzioni che svolge sia pure per il temuto cambiamento climatico.
Nei recenti vent’anni l’agricoltura conservativa ha consolidato una crescita esponenziale, tra i sistemi di gestione sostenibile della produzione agricola con la maggiore diffusione a scala mondiale, circa il 12,5% della superficie coltivata con oltre 180 milioni di ettari (70 milioni l’agricoltura biologica) soprattutto nelle Americhe e in Australia, timidamente in Africa, Asia, Europa e lentamente nel nostro Paese.
Difatti in Italia solo recentemente, e grazie al supporto economico delle misure agro-climatico-ambientali dei Psr in 16 Regioni, si registra un graduale aumento delle superfici, stimato in circa 800mila ettari e in attesa di un’appropriata rilevazione statistica.
Dall’incremento delle superfici si riflette l’importanza economica che rappresenta l’agricoltura nei diversi continenti e per l’Europa; il dirigismo della politica comunitaria è aggravato, come nel caso dell’Italia, dalla mancanza di coesione tra le politiche nazionali e regionali di lungo periodo.
Eh sì, è proprio il tempo a mancare nell’arco della programmazione in agricoltura, affrontata sempre in tensione emergenziale, senza quel necessario raccordo con gli altri settori che naturalmente interseca, ad iniziare dall’ambiente, passando per l’istruzione e la ricerca per approdare alla salute sì da fare leva sullo sviluppo economico, anche attraverso un adeguamento delle infrastrutture per la logistica e i trasporti, innovando reti d’impresa e distretti produttivi tali da competere nel mercato globale.
In questa prospettiva, un’occasione straordinaria per agricoltori, ricercatori e tecnici è offerta dall’ottavo congresso mondiale sull’agricoltura conservativa, in programma a Berna dal 29 giugno del 2020, in cui si confronteranno i diversi aspetti e le complesse implicazioni dei sistemi di gestione sostenibile, per ispirare gli agricoltori e le altre parti interessate a migliorare e promuovere ulteriormente i sistemi di agricoltura conservativa a livello internazionale.
La condivisione dei casi di successo, lezioni, storie, ultimi risultati della ricerca scientifica e dei progetti di sviluppo, nonché le interazioni con la politica e la società saranno coordinate nell’ambito dell’ampia tematica “Il futuro dell’agricoltura: redditizia e sostenibile per la conservazione dell’agricoltura in armonia con natura e società”.
Le prospettive di questo importante convegno mondiale, ritornato in Europa dopo vent’anni dal primo di Madrid, non si esauriscono nelle giornate dei lavori congressuali, proseguono con visite organizzate in aziende agricole che praticano sistemi di gestione sostenibile con l’obiettivo di dimostrare i risultati raggiunti e quali innovazioni si rendono necessarie per misurare gli effetti e valorizzare economicamente i benefici.
Per tutti gli interessati, alcune anticipazioni saranno date all’evento in programma ad Agrilevante di Bari, il prossimo 11 ottobre.