L’ Agricoltura Blu è stata ideata come un’alternativa all’insieme delle tecniche convenzionali, quali la bruciatura dei residui colturali, l’aratura seguita dalle lavorazioni preparatorie alla semina e/o al trapianto. L’obiettivo è ridurre non solo l’erosione dovuta all’azione dell’acqua meteorica, ma anche quella dovuta al vento, per mantenere e/o incrementare il contenuto
di sostanza organica. Questi sistemi prevedendo gli avvicendamenti colturali e la razionale gestione di significative quantità di residui vegetali sulla superficie del suolo, quale copertura permanente che oltre a proteggere lo strato sottosuperficiale dall’impatto delle gocce di pioggia, favorisce l’infiltrazione, diminuisce l’evaporazione, incrementa l’accumulo di acqua, riduce i costi di produzione e rallenta la decomposizione della sostanza organica.

Alcuni risultati?

L’integrazione dei fondamentali principi agronomici, determina le condizioni ottimali per la funzionalità e lo sviluppo radicale, il regolare approvvigionamento di acqua e di nutrienti, il miglioramento dell’infiltrazione dell’acqua meteorica e la riduzione delle perdite per evaporazione. L’utilizzo delle colture di copertura, quando possibile, influenza positivamente
l’aumento del contenuto di sostanza organica, migliorando l’aggregazione delle particelle di suolo nei terreni argillosi e i cicli biogeo-chimici di azoto e degli altri elementi minerali, contribuendo efficacemente sull’attività biologica e sulla diversità microbica del suolo.
L’Agricoltura Blu, se adeguatamente applicata, riduce significativamente il degrado della fertilità fisica, chimica e biologica del terreno e può controllare efficacemente le emissioni di gas serra da combustibili fossili (CO2, CH4, NOx), reintegrando nel contempo le perdite
per mineralizzazione di carbonio organico, con effetti mitiganti sul riscaldamento globale.

Le potenzialità di diffusione di queste tecniche in Italia sono associate ai seminativi come cereali (frumento duro, frumento tenero, orzo e mais), oleaginose (colza, girasole e soia), leguminose da granella e da foraggio, oltre che all’orticoltura da pieno campo. Inoltre, la gestione conservativa della copertura vegetale coinvolge colture permanenti, soprattutto vite e olivo che sono una parte importante della produzione agricola nazionale.