Abbiamo a disposizione risorse limitate, tuttavia, in un mondo con una popolazione in crescita stiamo consumando sempre più velocemente.  Inoltre, l’eccessivo fenomeno di antropizzazione dei nostri suoli, la riduzione delle terre coltivate riduce la disponibilità immediata e nel tempo di cibo, energia e tutti i beni di consumo. Al lungo termine tale prospettiva e l’elasticità del sistema stanno iniziando a dare i primi segnali di cedimento nel campo dell’Economia, l’occupazione e la crescita lentamente diminuiscono così come la fiducia delle persone nel futuro.

L’ Economia Circolare è una delle tematiche al centro del rilancio della Rivoluzione Industriale 4.0 (Mipaaft, 2019). Essa rappresenta un modello che punta ad una integrazione più efficiente tra produzione e consumo sotto il punto di vista ecologico, ambientale e sociologico. I pilastri della Economia circolare sono infatti basati sul concetto di “recupero e riutilizzo”, la “condivisione”, l’utilizzo di tecnologie nel campo della biologia, informatica, elettronica, meccatronica, incluso il concetto di machine-learning.

Il modello vale oltre 3 mila Miliardi di Dollari ed il nostro continente punta ad avere un posto in prima fila, come ha sempre fatto nel passato con il suo spirito rivoluzionario e progressista. L’innovazione nei prossimi anni entrerà a tal punto nella vita di tutti i giorni che avremo a disposizione infinite soluzioni per poter ridare una seconda vita e missione agli scarti.  Basti pensare che nel passato, prima dello sviluppo della Genomica e Proteomica, il materiale genetico ripetuto presente nel nostro DNA era considerato “scarto”. Oggi è stato scoperto che queste ridondanze provocano il silenziamento dei geni coinvolti nel nostro metabolismo e con le malattie.

Al momento la transizione verso l’Economia Circolare è sostenuta da numerose iniziative, tuttavia, persistono ancora delle specifiche barriere politiche, sociali, economiche e tecnologiche. Alle imprese mancano spesso la consapevolezza, le conoscenze o la capacità di mettere in pratica le soluzioni dell’economia circolare. Inoltre, gli investimenti nelle misure di miglioramento dell’efficienza o nei modelli imprenditoriali innovativi restano insufficienti, in quanto percepiti come rischiosi e complessi. Occorre fare rete rispetto a condivise necessità; quanto tempo abbiamo a disposizione??

La crescita passata del settore ha avuto luogo sulla base di input esterni considerevoli, tra cui l’incremento delle dosi di azoto dei quali solo potenzialmente il 50% viene assorbito e fotosintetizzato dalle colture, con una diffusa dispersione in atmosfera, nel suolo, nelle acque di superficie e di falda. Tra le più gravi minacce ambientali legate agli effetti delle pratiche agricole bisogna ricordare anche l’erosione dei suoli, la perdita di biodiversità, il deterioramento della qualità dell’acqua e la sua carenza. Nel passato, questa irrazionale gestione delle risorse naturali ha contribuito in Europa all’emissione di circa il 10% dei gas a effetto serra. Di questi, circa il 10% di origine dall’agricoltura, che segue i settori della produzione energetica e delle emissioni prodotte dai trasporti e dalle industrie.

Lo spirito di adattamento e l’ingegno dell’uomo hanno avuto un grande sviluppo nella storia, quando, contestualmente, si è verificato l’avanzamento delle conoscenze e delle tecnologie. Alla luce delle innovative, attuali conoscenze, relativamente alla biologia, alla bioecologia e alla bioeconomia, l’Agricoltura ha il compito di modulare le attività per intraprendere un percorso sempre più sostenibile, migliorando simultaneamente la produttività e la gestione agronomica delle aziende agricole.