La crescita della popolazione, la riduzione della terra coltivabile, l’aumento dei costi di gestione aziendale, il riscaldamento e l’innalzamento del livello dei mari, gli eventi meteorologici estremi (siccità ed alluvioni) così come lo spreco di cibo, sono le problematiche a cui sta facendo fronte il settore dell’agricoltura. L’iniziativa Act!on Agriculture  fortemente voluta da Nuova Zelanda, Francia, Australia, Irlanda e Paesi Bassi, all’interno della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici (COP 24), tenutasi a Katowice, in Polonia, ha presentato modelli di policy e di management delle imprese agricole sostenibili rispetto al tema delle emissioni di gas effetto serra in Agricoltura.

Come diventare più efficienti e produrre in modo sostenibile?

Aumentare la produttività agricola, rafforzare la resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici e quindi ridurre le emissioni di CO2 (anidride carbonica) ed NO2 (diossido di azoto), sono obiettivi ed assunti dei sistemi vocati all’agricoltura sostenibile (nel rispetto degli Accordi di Parigi del 2015). I Paesi aderenti al programma mondiale per lo sviluppo dell’agricoltura sostenibile promuovo sistemi produttivi in linea con la crescente consapevolezza del consumatore rispetto al tema dell’ambiente. Tale sistema virtuoso, tra i vari players del settore, è basato sul condiviso monitoraggio delle operazioni agronomiche per la stima degli agroservizi erogati a livello multidimensionale. A ciò va aggiunto che la variabilità dei fattori produttivi ed ambientali si declina con differenti livelli di produttività e di impiego degli input agronomici, come sostenuto da Theo de Jager, presidente dell’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori. Infine per le aziende produttrici è importante che venga riconosciuto il valore economico per l’adozione di sistemi virtuosi in agricoltura. In tale scenario il conferimento dei contributi sarebbe promosso da partenariati pubblici-privati e conferito sulle diverse scale territoriali.

Condivisione e premi di sostenibilità per lo sviluppo del settore

L’ agricoltura necessita di azioni di networking, di condivisione di buone pratiche e soprattutto di innovazione tecnologica. James Shaw, Ministro per i cambiamenti climatici in Nuova Zelanda, ha presentato il caso di una famiglia di agricoltori neozelandesi, i MacKenzies, che grazie all’adozione dell’agricoltura di precisione, ha ridotto sia le emissioni di gas serra che i costi di produzione. Justin Kosoris, di AgResults, ha mostrato come la sua azienda stia aiutando gli agricoltori in Vietnam attraverso le competizioni con premi di sostenibilità, segnalando riduzioni delle emissioni fino a cinque tonnellate di CO2 all’anno per ettaro, a fronte di un aumento delle rese del 16-20%. A supporto  delle decisioni degli operatori e dei tecnici sono giunte ormai da decenni tecnologie come il telerilevamento, sistemi GNSS, la meccatronica e Cloud Computing che permettono di sviluppare mappe di irrigazione e piani per l’uso di fertilizzanti e semina in base alle reali esigenze del sistema suolo-pianta e, quindi, alla variabilità agro-climatica.

I principi dell’agroecologia soddisfano i bisogni e le necessità del settore in quanto sono basati su pratiche concrete che gli agricoltori possono facilmente adattare, come l’uso di fertilizzanti organici, l’impianto di legumi per migliorare la fertilità del suolo e l’agroforestazione. Questi sistemi virtuosi non solo generano risparmio, ma anche “riutilizzo” di beni e risorse con una ridistribuzione del valore in tutta la filiera. Come riportato da Alain Peeters, segretario di Agroecology Europe, l’aumento della produzione di colture energetiche diventa una soluzione per sostituire l’uso di energia fossile per le aziende francesi.

E’ chiaro che il ruolo dell’Agricoltore, non più visto solo come operatore ma anche manutentore delle risorse naturali, si traduce in azioni per la riduzione dell’uso di pesticidi, nella gestione sostenibile del suolo contrastando i fenomeni di erosione e nella produzione consapevole, guidata dalla domanda dei consumatori. L’ irlandese Grace Binchy Bord Bia, ha evidenziato infatti le tre principali percezioni di sostenibilità del consumatore, ovvero i concetti di “protezione dell’ambiente”, “energie rinnovabili” e “riutilizzo e riciclaggio” evidenziando come questi incidano nelle abitudini di acquisto.