Il settore agricoltura rappresenta il 7% circa delle emissioni nazionali di gas a effetto serra (Ispra 2020). La concimazione è l’attività agricola che mediamente incide in misura maggiore sulle emissioni di gas climalteranti; in particolare la parte del leone è fatta dai concimi azotati. Infatti, le fasi di produzione e trasporto fino al cancello aziendale di un chilogrammo di azoto di origine ureica emettono (indicativamente) fra i 4 e gli 8 kg di COequivalente. Tuttavia, va segnalato che in questo contesto il peso delle emissioni dovute al trasporto sono trascurabili.

L’ampia forbice fra i due valori è dovuta al fatto che alcuni paesi europei dispongono in grande quantità di energie provenienti da fonti energetiche che “costano” poco in termini di emissioni di gas serra (in particolare la eolica) e anche che alcuni produttori di urea hanno adottato sistemi che riducono in modo veramente notevole le emissioni in atmosfera di protossido di azoto (N2O).

Questa, infatti, è una molecola gassosa che risulta circa 300 volte più efficace della COnel riflettere le onde termiche (e così trattenendole all’interno dell’atmosfera con le devastanti conseguenze alle quali iniziamo ad assistere).

In altre parole, la dispersione di una di queste equivale all’emissione di trecento molecole di CO2! Uno di questi sistemi impiega un catalizzatore ceramico contenente ossidi di cobalto e cerio, che, in presenza di alte temperature, è capace di scindere la N2O in azoto e ossigeno gassosi.

tab. 1 Contributo fornito dalla conservativa secondo l’ipotesi descritta nel testo
peso specifico terreno, t/m3 1,2
profondità considerata, m 0,15
volume di suolo considerato, m3/ha 1.500
incremento annuo di s.o. atteso, % 0,05%
incremento annuo di s.o. atteso, kg/ha 900
nuovo carbon sink, kg CO2/ha/anno 1.914
Seminativi nord Italia (2016), ha 2.845.194
Contributo potenziale nord Italia, Gt CO2/anno 5,45
emissioni annuali, Gt CO2/anno 418