I paesi Ue riuniti in Comitato d’appello hanno votato a favore del rinnovo dell’autorizzazione dell’erbicida glifosate per cinque anni. Gli equilibri, secondo quanto ha appreso l’agenzia Ansa, sarebbero stati spostati dal voto positivo della Germania. A favore si sono espressi 18 paesi, 9 contrari, 1 astenuto. «Il voto di oggi dimostra che quando tutti vogliamo, siamo in grado di condividere e accettare la responsabilità collettiva nel processo decisionale», ha detto il commissario Ue alla salute Vytenis Andriukaitis.

Troppo poco per il Copa-Cogeca

Insoddisfatto per la decisione il Copa-Cogeca che avrebbe voluto un rinnovo pieno di 15 anni; un lasso di tempo più lungo che avrebbe consentito un più ampio respiro al mondo agricolo che non si sarebbe ritrovato tra cinque anni a ridiscutere la questione.

Coldiretti invita a monitorare i prodotti in arrivo dall’estero

«In Italia resta il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura» ha commentato Coldiretti nel sottolineare gli effetti del decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016 che non vengono modificati dalla decisione dell’Unione Europea di rinnovare per 5 anni la licenza di utilizzo.
«L’Italia deve porsi all’avanguardia nelle politiche di sicurezza alimentare nell’Unione europea e fare in modo che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe  – sottolinea la Coldiretti – come il grano proveniente dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta. Un principio che deve essere ben evidenziato anche nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra Unione europea e Canada (Ceta) dove al contrario si prevede invece l’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. Circa un miliardo di chili di grano – conclude la Coldiretti – sono infatti sbarcati lo scorso anno dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosate nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato».

Soddisfatta Confagricoltura

Confagricoltura, dal canto suo, ha accolto con soddisfazione la decisione del Comitato di Appello. «Sono state recepite le nostre richieste, espresse a livello europeo, di tener conto dei pareri degli organi scientifici che hanno il compito di verificare la nocività per la salute umana della sostanza – commenta Confagricoltura -. Una scelta consapevole che ha fatto prevalere le ragioni della scienza tenendo nella debita considerazione i pareri espressi dalle autorità scientifiche europee preposte alla valutazione dei principi attivi (Efsa ed Echa)».
«Si è evitato – ha proseguito Confagricoltura – di rendere meno competitive le imprese agricole, in relazione alla diminuzione delle rese e all’aumento dei costi di gestione, rispetto alle aziende di Paesi extra UE, dove la sostanza è comunque ammessa».
Ad avviso di Confagricoltura è «una notizia positiva non solo dal punto di vista economico, ma anche ambientale, visto che il glifosate è utilizzato nelle tecniche di agricoltura conservativa (semina diretta, minima lavorazione, ecc.), apportando benefici come la diminuzione delle emissioni di CO2, una minor erosione del suolo, un maggior contenuto di sostanza organica, trattenendo maggiormente l’acqua nel suolo ed aumentando le capacità di stoccaggio del carbonio».
«Ora – ha concluso l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – a tutti i livelli occorre prendere atto di questa decisione e operare affinché sia pienamente applicata anche nel nostro Paese, senza introdurre ulteriori  limitazioni o divieti rispetto a quanto verrà indicato dalla Commissione Europea».