Il ricorso a colture di copertura è strategico soprattutto in alcuni periodi della stagione per limitare l’impatto di alcuni fenomeni negativi quali la lisciviazione dei nitrati ed altri nutrienti, l’azione battente della pioggia, il crepacciamento nei terreni a grana
fine. Le cover crops, che apparentemente rappresentano o sono considerate un mero costo aziendale, svolgono un ruolo fondamentale per i molteplici servizi agro ecologici forniti al suolo, tra i quali si annovera anche (per alcune) un effetto biocida, il contenimento dello sviluppo delle piante infestanti e dell’erosione, e soprattutto un apporto significativo di biomassa che tende ad aumentare la presenza di residui colturali.
La scelta delle specie e della varietà rappresenta, specialmente durante la fase di transizione, un altro aspetto agronomico significativo nell’ambito dell’intero sistema colturale, al pari della tecnica per il loro controllo e il momento di intervento.

 

Quali Cover Crop scegliere ?

La scelta delle cover crop deve essere eseguita innanzi tutto considerando l’adattabilità alla rotazione aziendale e il tipo di azione di “risanamento” del suolo che principalmente si vuole che svolgano.  Pertanto, se l’obiettivo è arricchire la dotazione in sostanza organica dei terreni si preferiranno specie che producono molta biomassa, oppure, se l’esigenza è soprattutto quella di migliorare la fertilità fisica del suolo, ci si potrà orientare verso l’uso di specie a radice fascicolata, come le graminacee ad alta capacità strutturante, o di specie con apparato radicale fittonante che hanno una forte attività decompattante, quali i trifogli annuali. In molti casi può infine risultare utile ricorrere a miscugli composti da graminacee (quali segale, loietto italico), leguminose (veccia, trifoglio incarnato), piante
ad apparato radicale fittonante (rafano, senape) e/o altre specie (facelia, grano saraceno).

La semina deve essere effettuata il prima possibile dopo la raccolta della coltura principale. E’ opportuno infatti che il terreno abbia un’umidità residua sufficiente per la germinazione dei semi e per consentire l’affrancamento della coltura di copertura; inoltre bisogna che paglie e residui colturali presenti sul campo non ostacolino l’emergenza.