L’Echa, agenzia europea deputata allo studio delle sostanze chimiche che vengono immesse sul mercato del Vecchio Continente ha comunicato di aver terminato gli studi sul glyphosate da cui è emerso che la sostanza chimica non è cancerogena, non è mutagena (non interferisce con il patrimonio genetico di un organismo) e non è tossica per la riproduzione. In sostanza il glyphosate ha i requisiti per essere ammesso nel mercato comunitario.

Sul merito si è espressa Compag, la Federazione nazionale dei commercianti di prodotti per l’agricoltura, per bocca del proprio direttore Valerio Ticchiati. Dopo una ricostruzione della vicenda, Compag evidenzia l’importanza della sostanza per l’agricoltura conservativa.
Senza questo prodotto, infatti, ci sarebbero grossi problemi nella gestione delle malerbe e la necessità di un numero maggiore di interventi di diserbo, sia con sostanze chimiche sia con tecniche meccaniche che comportano la rottura della struttura del suolo con conseguenze sull’erosione e l’ambiente. Inoltre, si avrebbero maggiori costi di produzione in un contesto economico caratterizzato dalla contrazione dei prezzi delle materie prime agricole e dei margini aziendali, che ridurrebbero la competitività delle aziende agricole italiane a livello di mercato interno ed estero.
E ancora, sulla base delle valutazioni fatte da Compag e considerando un’azienda agricola media indirizzata al seminativo in agricoltura convenzionale, il costo per ettaro per il solo diserbo avrebbe una crescita superiore al 30%.

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