La produzione lorda vendibile (PLV) delle aziende cerealicole, basata soltanto sulla vendita delle materie prime, vive in questi ultimi decenni momenti difficili, anche per via delle fluttuazioni del mercato. Infatti, i modesti ricavi lordi non sempre permettono di coprire i costi diretti di produzione e di valorizzare l’operato delle imprese agricole.

L’ avanzamento delle conoscenze e delle innovazioni tecnologiche nel settore supportano l’utilizzo di tecniche a basso contenuto di input tecnici e la coltivazione su terreni non lavorati. Grazie alla sinergia tra la semina su sodo e l’utilizzo delle tecnologie di precisione e della meccatronica, aumentano gli obiettivi medi di resa del 20% e  si contengono i costi rispetto alla gestione convenzionale di circa 300 €/ha, grazie all’eliminazione della lavorazione del terreno e alla possibilità di azzeramento delle infestanti in presemina e quindi mediante la scelta delle idonee cover crops.

La semina su sodo così come la pratica della minima lavorazione si sta sempre più diffondendo nel settore e molte realtà virtuose e all’avanguardia associano anche l’adozione di sistemi di guida satellitari che, installati sui trattori, diminuiscono il fenomeno del compattamento, delle sovrapposizioni (ore di lavoro per ettaro, meno input, meno chimica). Nel contesto del Convegno tenutosi a Brussell nel Novembre 2018, sono stati riportati inoltre alcuni casi studio di imprese in cui i valori di sostanza organica sequestrata nei suoli sono passati dall’ 1 al 7%. Le imprese dunque, grazie all’adozione di pratiche conservative e dell’ agricoltura di precisione, hanno ridotto le voci di spesa dal 10 al 30%, migliorando la fertilità e la salute dei suoli.

Il limite per la diffusione di questi modelli di gestione sostenibile sono certamente da ricondurre all’ancoramento di molte realtà a modelli empirici, poco lungimiranti sotto il punto di vista vocazionale e della sostenibilità sociale. Nei vari distretti produttivi in crisi occorrono più tecnici e più consulenti specializzati e nuove politiche di sostegno per le imprese che esercitano servizi agroclimatici. Ci vuole più coraggio, canta in una nota canzone Raffaella Mannoia! Più coraggio per produrre in modo sostenibile riducendo la produzione di gas clima alteranti.